Assorbenti compostabili: posso davvero gettarli nell'umido?
Parliamo di un aspetto riguardante il mondo delle mestruazioni eco-friendly, su cui c'è molta disinformazione e pochissima trasparenza.
Gli assorbenti in cotone organico compostabili, possono essere realmente gettati nell'umido?
Piccolo spoiler: in teoria sì, in pratica no! In questo articolo ti spieghiamo il perché.
La Situazione in Italia
Oggi è possibile reperire una vasta gamma di prodotti grazie alla vendita online. Gli articoli biologici, spesso difficili da trovare sugli scaffali dei supermercati, possono essere facilmente acquistati tramite smartphone o computer presso negozi online.
Questa disponibilità ci offre l'opportunità di selezionare prodotti che rispecchiano al meglio le nostre esigenze, i nostri standard e i nostri valori. Ciò contribuisce innegabilmente a favorire comportamenti più responsabili e sostenibili, sia dal punto di vista sociale che ambientale.
Il Settore dei Prodotti Mestruali
Negli ultimi anni, nel settore dei prodotti mestruali, si è verificato un notevole cambiamento. La consapevolezza dell'impatto ambientale dei prodotti tradizionali è cresciuta, portando alla nascita di molteplici marchi che offrono soluzioni ecologiche: coppe mestruali, assorbenti lavabili e assorbenti in cotone organico biologico (come il nostro brand Queesy 😊).
Concentrandoci sugli assorbenti usa e getta in cotone organico, tra le varie marche disponibili nei negozi online è comune incontrare l'etichetta "compostabile" e l'affermazione che gli assorbenti "possono essere smaltiti nell'umido". Ma cosa significa esattamente? Posso davvero gettarli tra i rifiuti organici, dove getto anche il cibo?
Quale è la differenza tra "Biodegradabile" e "Compostabile"?
E’ importante comprendere la differenza tra "biodegradabile" e "compostabile" per avere una visione chiara.
-
Biodegradabile:
- Un materiale biodegradabile è in grado di decomporsi in elementi più piccoli attraverso l'azione di microrganismi (come batteri e funghi) o processi chimici naturali nel tempo.
- La velocità di biodegradabilità può variare notevolmente. Alcuni materiali biodegradabili possono richiedere anni per decomporsi completamente, mentre altri possono farlo in un periodo di tempo più breve.
- Il processo di biodegradazione può avvenire in diversi ambienti, come il suolo, l'acqua o l'aria, a seconda delle caratteristiche del materiale.
-
Compostabile:
- Un materiale compostabile è una sottocategoria di materiale biodegradabile che è progettata per degradarsi in un ambiente di compostaggio specifico, noto come impianto di compostaggio, in un periodo di tempo relativamente breve e senza rilasciare sostanze tossiche o dannose.
- Il compostaggio è un processo controllato in cui i materiali organici si trasformano in compost, un fertilizzante naturale ricco di nutrienti che può essere utilizzato per migliorare la salute del suolo.
- I materiali compostabili sono progettati per degradarsi in condizioni di compostaggio, il che significa che richiedono un ambiente specifico e le condizioni giuste per decomporsi completamente.
In sintesi, mentre entrambi i termini si riferiscono alla capacità di un materiale di degradarsi in modo naturale, la differenza chiave è che i materiali compostabili sono progettati per degradarsi rapidamente in condizioni di compostaggio, mentre i materiali biodegradabili possono richiedere più tempo per decomporsi completamente e possono farlo in vari ambienti. È importante notare che non tutti i materiali biodegradabili sono compostabili, ma tutti i materiali compostabili sono biodegradabili.
Le Caratteristiche degli Assorbenti Mestruali
Dopo aver chiarito la differenza tra "biodegradabile" e "compostabile", possiamo esaminare gli assorbenti mestruali.
Innanzitutto, gli assorbenti mestruali, simili ai pannolini, sono prodotti usa e getta progettati per contenere secrezioni umane, in questo caso sangue mestruale. Nella maggior parte dei casi, non hanno una data di scadenza specifica.
Ciò significa che, nella stragrande maggioranza dei casi, gli assorbenti vengono aperti, utilizzati e quindi smaltiti. È raro che un assorbente venga gettato ancora intatto e non utilizzato (a meno che non sia danneggiato, sporco o caduto per terra, in tal caso è consigliabile eliminarlo per motivi igienici). Questo è un punto positivo poiché indica uno spreco molto limitato di questo tipo di prodotto. In alcuni casi estremi, persino un assorbente trovato per caso in una borsa inutilizzata da anni può essere utilizzato 😂.
La presenza di secrezioni umane e la scarsa produzione di rifiuti di prodotti inutilizzati sono fattori fondamentali da considerare quando si parla dello smaltimento di assorbenti in cotone organico "biodegradabili" e "compostabili".
Nel corso della nostra attività, che consiste nel proporre soluzioni personalizzate per supportare il ciclo mestruale nelle aziende, abbiamo contattato vari Enti Certificatori per comprendere come smaltire correttamente gli assorbenti e i salvaslip in cotone organico biologico in Italia. L'obiettivo è offrire ai nostri clienti aziendali un servizio preciso e trasparente.
La risposta di questi Enti è stata una sorpresa, in netto contrasto con quanto spesso riportato in molti articoli online e promosso da alcuni brand di mercato che ne fanno il punto focale delle loro campagne di marketing.
Desideriamo quindi condividere in modo trasparente ciò che abbiamo appreso dalla nostra esperienza, in modo che sia possibile gestire correttamente lo smaltimento di questi prodotti e fare scelte informate.
Smaltimento degli Assorbenti in Cotone Organico
Secondo quanto dichiarato dagli Enti Certificatori e da altre istituzioni come i Comuni e Altroconsumo, gli assorbenti in cotone organico biologico dovrebbero sempre essere gettati tra i rifiuti indifferenziati una volta utilizzati, anche se riportano la dicitura "compostabili" in modo evidente sulla confezione. Questo avviene perché, al momento in Italia, non esistono strutture in grado di separare in modo efficace e efficiente le secrezioni organiche umane, che potrebbero contaminare il compost prodotto dagli impianti di compostaggio.
Nella stragrande maggioranza dei casi, quindi, gli assorbenti vengono trattati come "biodegradabili", destinati alla discarica e decomposti in un periodo di circa 60-90 giorni o semplicemente inceneriti.
Solo in casi eccezionali in cui l'assorbente non è stato utilizzato e viene gettato pulito, potrebbe essere inserito tra i rifiuti organici e trattato come "compostabile", a condizione che le linee guida del comune di residenza lo consentano.
Usando le parole di uno degli Enti Certificatori che abbiamo contattato:
"Il Comitato di Certificazione segnala che l'utente finale generalmente non smaltisce gli assorbenti nel compost, poiché il compostaggio non è il normale fine vita di un assorbente. Per questo riteniamo che non vi sia alcun valore aggiunto nella certificazione [di compostabilità] di questo prodotto".
In conclusione, l'uso dell'aggettivo "compostabile" è spesso improprio e poco trasparente, spingendo i consumatori a comportamenti inconsapevoli e dannosi per l'ambiente. Le aziende venditrici dovrebbero dunque rispettare maggiormente i consumatori e adottare comportamenti etici autentici anziché promuovere la sostenibilità solo a fini di marketing, incoraggiando al contempo l'acquisto di prodotti insostenibili o non veramente compostabili.